La bisnonna e il porto della Savina

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Storia dell’Hosta la Savina: uno dei primi alberghi di Formentera

La Savina, essendo il porto, è il passaggio obbligato per chi arriva a Formentera e dunque anche il punto di arrivo di tutti i traghetti provenienti da Ibiza.

Il nome è dovuto all’isoletta che fu unita al resto dell’isola per costruire il molo e parte della darsena.Volete sapere anche perché l’isoletta si chiamava così? Probabilmente perché Savina è il nome dell’albero (un tipo di ginepro) molto diffuso a Ibiza e Formentera.

Il pesce secco, uno dei prodotti gastronomici tipici di Formentera (vedi insalata payesa), si mette a essiccare proprio su rami di una savina secca.

I lavori di costruzione della Savina terminarono nel 1901. Per essere più precisi, nel 1908 il porto venne abilitato  per imbarcare prodotti agricoli o industriali (eccetto l’alcol) e per scaricare merce proveniente da Ibiza.

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In generale, una volta arrivati a Formentera, al porto ci si torna solo per mangiare in qualche ristorante, per fare una passeggiata tra i negozi (noi quando andiamo passiamo a salutare Cristina) o le bancarelle.

Ho peraltro saputo che uno dei motivi per cui mi piaceva tornarci (il ristorante gallego) quest’anno chiuderà.

E allora pensando al porto voglio ricordare una storia carina, che avevo anche raccontato in Formentera senza vie di mezzo. Quella della bisnonna del porto.

Hostal Savina

Al porto c’è l’Hostal La Savina. Il primo televisore dell’isola arrivò qui, ma non è questo il motivo per tenerlo in considerazione. E neanche il fatto che si trovi proprio davanti al mare, per iniziare la giornata facendo colazione in compagnia dell’azzurro.

Infatti, questo hostal (in spagnolo significa “pensione”, e non ostello) ha alle spalle una storia singolare, che narra l’origine del turismo a Formentera

Raccontano i proprietari, Pau e Jordi, che la loro bisnonna rimase sola nel 1911, anno in cui il marito emigrò a Cuba, lasciandola incinta e presto anche vedova.

Arrangiandosi come poteva, riuscì a sopravvivere tanto che il figlio, una volta cresciuto, andò a studiare a Barcellona, per poi ritornare nel 1940.

Lui e sua moglie gestivano una specie di mercato del pesce. Un giorno una coppia di catalani bussò alla porta chiedendo un alloggio e fu in quel momento che la bisnonna diventò fondamentale per l’attuale attività: improvvisò una stanza e diede inizio a quello che sarebbe diventato l’Hostal La Savina.

Oggi non solo l’hostal ancora esiste, ma ha anche un rinomato ristorante con terrazza, Quimera.

Era il 1948. Più tardi, negli anni Sessanta, un francese di nome Laborey iniziò a organizzare dei viaggi a Formentera, fondando il primo tour operator dell’isola, il Club des Argonautes, facendo scoprire a tanti studenti francesi l’amore libero, con serate di danza e di musica che anticipavano l’arrivo degli hippy alla fine del decennio.

hippy
 
Una particolarità del porto della Savina è che è l’unico in cui mi farei il bagno, guardate come è l’acqua:
 

Se volete conoscere altre storie sulla storia di Formentera, vi consiglio il libro Formentera non esiste.

Circa Stefania Campanella

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