L’isola spagnola di Nuova Tabarca

Conosci la storia genovese di Nuova Tabarca?

In soli 30 minuti di navigazione da Alicante (città portuale della Costa Blanca, al sud della Spagna) si può raggiungere l’isola di Nuova Tabarca, conosciuta anche come Isla Plana.

Potete partire anche da Benidorm, ma è una località un po’ particolare, immagino che sia più facile che vi troviate ad Alicante. L’isola fa parte di un arcipelago che include anche dei piccoli isolotti: La Cantera, La Galera e Nao.

Oltre a essere interessante da visitare – e dopo vedremo cosa vedere a Nuova Tabarca – mi ha colpito una storia che risale a diversi secoli fa, una storia che parla dei genovesi e di Pegli e di Calasetta, in Sardegna (dove sono stata e dove ritornerei).

Per raccontarla dobbiamo andare in Tunisia, nel Mar delle Baleari, e partire dall’isola di Tabarka, oggi tunisina, ma non da sempre. Infatti in passato era in mano ai genovesi, che vi si trasferirono, data l’abbondanza di coralli e di pesce. 

Proprio per tanta ricchezza, presto la Tunisia iniziò a prendere di mira l’isola per riconquistarla. I primi genovesi a capirlo la abbandonarono presto e si trasferirono a Carloforte e a Calasetta, situata a Sant’Antioco, proprio nella Sardegna sud-occidentale.

In queste località oggi si parla ancora il dialetto genovese e si mangia “fugazza”, la focaccia tipica ligure. Incredibile!

Gli ultimi genovesi rimasti a Tabarka, per scongiurare la schiavitù, trovarono casa nell’isola di San Pablo, davanti ad Alicante, che venne da loro rinominata Nuova Tabarca.

Se hai voglia di approfondire la storia di questa vicenda ti consiglio la lettura di questo libro: Un’impresa fra terra e mare. Giacomo Filippo Durazzo e soci a Tabarca

Come andare a Nuova Tabarca e cosa fare

Solitamente si va a Nuova Tabarca per un’escursione di 1 giorno, durante un soggiorno ad Alicante e dintorni. 

In realtà, il consiglio di chi ci vive (con 50 abitanti circa in inverno, è l’unica isola abitata della Comunità Valenziana) e di chi la conosce bene è di rimanere almeno una notte.

Il motivo è che quando i turisti se ne ripartono, sull’isola cala la pace, e i tramonti sono spettacolari, soprattutto visti dal bellissimo faro.

Durante il giorno è possibile fare snorkeling e avvistare moltissimi pesci (consigliate scarpette da scoglio per immergersi), o farsi un bagno più comodamente nell’unica spiaggia dell’isola, di sabbia fine e mare cristallino.

Obbligatoria una passeggiata nel viale principale del paese e tra i tanti vicoletti, per fare qualche acquisto e se vi resta tempo, una visita al museo.

Escursione in barca

Potete anche decidere di prenotare online un’escursione in barca (15 € a persona circa, la cancellazione è eventualmente gratuita), per scoprire tutto di questo luogo affascinante e pittoresco.

Si potranno raggiungere solo così alcuni scorci e alcuni tratti di mare e ne vale la pena, vista la biodiversità marina presente in queste acque.

Cosa mangiare

Il piatto tipico dell’isola è il caldero tabarquino che si prepara con riso e uno stufato di pesce (saporitissimo). Il calderone è proprio il paiolo per servire questo succulento brodo. È comunque possibile trovare tante varianti di paella e di arroz (riso).

Io non sono ancora stata a Nuova Tabarca, di certo è un’isola in cui andrei solo fuoristagione, per staccare, per godermi un tramonto mistico nel silenzio. D’estate, preferisco la spiaggia di Migjorn

Però la sua storia legata ai genovesi mi ha colpito e anche scoprire che l’autore Max Manfredi ha dedicato una canzone a tutta questa vicenda “Si sentono canti d’amore di notte a Tabarca…”:

Come leggo nell’Atlante delle isole del Mediterraneo di Simone Perotti, ancora oggi i cognomi degli abitanti di Nuova Tabarca derivano da quelli genovesi: Per esempio Chacopino (Giacoppino) o Manzanaro (Mazzarano).

Ah dimenticavo: l’isola di Nuova Tabarca dista da Formentera 178 km.

Superficie Nuova Tabarca: 0,30 km²

Circa Stefania Campanella

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